STORIE DI FOIBE 1 - Norma Cossetto, una splendida eroina
Norma Cossetto,
una studentessa universitaria istriana, venne torturata, violentata e gettata
in una delle tante foibe che caratterizzano il territorio della Venezia Giulia
assieme ad altri 25 sventurati nella notte tra il 4 e il 5 ottobre 1943. La sua
storia è stata spesso considerata emblematica per descrivere i drammi e le
sofferenze dell'Istria e della Venezia Giulia
Norma Cossetto
era una splendida ragazza di 24 anni di Santa Domenica di Visinada, laureanda
in lettere e filosofia presso l'Università di Padova. In quel periodo girava in
bicicletta per i comuni dell'Istria per preparare il materiale per la sua tesi
di laurea, che aveva per titolo "L'Istria Rossa" (Terra rossa per la
bauxite).
Il 25 settembre
1943 un gruppo di partigiani irruppe in casa Cossetto razziando ogni cosa.
Entrarono perfino nelle camere, sparando sopra i letti per spaventare le
persone. Il giorno successivo prelevarono Norma. Venne condotta prima nella ex
caserma dei Carabinieri di Visignano dove i capibanda si divertirono a
tormentarla, promettendole libertà e mansioni direttive, se avesse accettato di
collaborare e di aggregarsi alle loro imprese. Al netto rifiuto, la rinchiusero
nella ex caserma della Guardia di Finanza a Parenzo assieme ad altri parenti,
conoscenti ed amici.
Dopo una sosta di
un paio di giorni, vennero tutti trasferiti durante la notte e trasportati con
un camion nella scuola di Antignana, dove Norma iniziò il suo vero martirio.
Fissata ad un tavolo con alcune corde, venne violentata da diciassette
aguzzini, quindi gettata nuda nella Foiba poco distante, sulla catasta degli
altri cadaveri degli istriani. Una signora di Antignana che abitava di fronte,
sentendo dal primo pomeriggio urla e lamenti, verso sera, appena buio, osò
avvicinarsi alle imposte socchiuse. Vide la ragazza legata al tavolo e la udì,
distintamente, invocare pietà.
Il 13 ottobre
1943 a S. Domenico ritornarono i tedeschi i quali, su richiesta di Licia,
sorella di Norma, catturarono alcuni partigiani che raccontarono la sua tragica
fine e quella di suo padre. Il 10 dicembre 1943 i Vigili del fuoco di Pola, al
comando del maresciallo Harzarich, ricuperarono la sua salma: era caduta
supina, nuda, con le braccia legate con il filo di ferro, su un cumulo di altri
cadaveri aggrovigliati; aveva ambedue i seni pugnalati ed altre parti del corpo
sfregiate.
Emanuele
Cossetto, che identificò la nipote Norma, riconobbe sul suo corpo varie ferite
di armi da taglio; altrettanto riscontrò sui cadaveri degli altri. Norma aveva
le mani legate in avanti, mentre le altre vittime erano state legate dietro. Da
prigionieri partigiani, presi in seguito da militari italiani istriani, si
seppe che Norma, durante la prigionia venne violentata da molti.
La salma di Norma
fu composta nella piccola cappella mortuaria del cimitero di Castellerier. Dei
suoi diciassette torturatori, sei furono arrestati e obbligati a passare
l'ultima notte della loro vita nella cappella mortuaria del locale cimitero per
vegliare la salma, composta al centro, di quel corpo che essi avevano seviziato
sessantasette giorni prima,nell'attesa angosciosa della morte certa. Soli, con
la loro vittima, con il peso enorme dei loro rimorsi, tre impazzirono e
all'alba caddero con gli altri, fucilati a colpi di mitra.
Brano tratto dal
sito dell’Associazione “Lega Nazionale” Via di Donota 2, 34121 – Trieste
- www.leganazionale.it