L'importante è fare rete!
Sembra quasi uno slogan calcistico ma è tutt’altro. Conosciamo tutti l’importanza di devolvere il nostro 5x1000? L’associazione Anffas Onlus di Subiaco ce ne ricorda l’utilità.
di Margherita CIGNITTI
Noi di FarePensiero abbiamo sempre intrattenuto ottimi rapporti con l’associazione Anffas qui a Subiaco, presente sul territorio dal 1983. Amiamo collaborare con loro e i loro fantastici ragazzi perciò oggi è nostro interesse anche sensibilizzare e sensibilizzarci riguardo l’importanza del donare a questa Onlus il nostro 5x1000 e investire nel futuro di chi, purtroppo, non avrebbe le nostre stesse possibilità all’interno della società se non vi fosse l’impegno presente e costante di associazioni come questa. Dunque ci si sveglia di buon mattino (forse non troppo in realtà) e come da accordi presi precedentemente con la Dott.ssa Alessandra Di Pasquali, psicologa dell’associazione che segue costantemente i ragazzi, ci rechiamo presso la loro sede sublacense in via S. Francesco per una breve intervista. L’accoglienza come sempre è delle migliori ed ha un sapore diverso da qualsiasi altro tipo di ospitalità, potremmo riduttivamente definirla speciale, ma non basterebbe.
Ormai ci stupiamo della spontaneità di qualcuno che ci viene incontro sorridendo in maniera euforica, quasi esagerata, semplicemente perché è felice di vederci, è entusiasta di averci nel suo mondo. Collaborare, stare insieme a loro, incontrare i ragazzi dell’Anffas però, in qualsiasi circostanza, vuol dire mettere in tasca un certo tipo di inutili convenevoli e convenzioni sociali, vuol dire dimenticarsi per un po’di tutto il resto e tornare alla spontaneità che avevamo da bambini e che nessuno di noi, a parte loro, conserva in sé. Vorrebbero averci lì con loro durante l’attività mattutina, hanno una miriade di cose da mostrarci e da dirci, ma purtroppo avendo tempi strettissimi dobbiamo salutarli e mentre chiudiamo la porta dell’ufficio gli assicuriamo che ci saremmo rivisti a breve per un saluto prima di andarcene.
La dottoressa Di Pasquali ci fa gentilmente accomodare e senza
perdere troppo tempo (non avremmo mai voluto toglierne ai ragazzi) iniziamo
subito a spiegarle i nostri obiettivi nei confronti dell’associazione e
l’intento dell’intervista. Tuttavia per quanto riguarda questioni più tecniche,
spiegazioni più dettagliate e di carattere amministrativo, Alessandra ci
informa di dover passare la palla al Vice-Presidente dell’associazione, Fulvio
Lauri, che in breve tempo ci raggiunge telefonicamente e finalmente possiamo
iniziare. Dopo averlo ringraziato per la disponibilità e con la promessa di
portargli via pochi minuti, la nostra prima, principale, domanda è:
“Perché
è importante devolvere il 5x1000 all’ Anffas e come verrebbero investiti questi
eventuali finanziamenti?”
“Dunque, diciamo che i nostri progetti
a medio termine sono molto ambiziosi. Noi abbiamo vari obiettivi che vogliamo
fortemente raggiungere e abbracciamo diverse iniziative. Prima fra queste è il
progetto, prossimo alla realizzazione, “Dopo di noi”, un’iniziativa al livello
nazionale in cui anche l’Anffas si riconosce che è volta a proporre ed
assicurare alle famiglie anziane aventi uno o più componenti disabili ,una
buona e dignitosa prospettiva di vita anche nel momento in cui i genitori non saranno
più al loro fianco. Del resto l’Anffas è anche e soprattutto un’associazione di
famiglie che hanno situazioni di disabilità. Recentemente poi ci stiamo
allargando anche in questo, infatti non si parla più esclusivamente di “dopo”
ma anche di “durante”, ovvero un aiuto mirato ai genitori più anziani che hanno
bisogno di un assistenza in più per continuare a garantire il meglio ai loro
ragazzi e rispondere ai loro bisogni . Per poter offrire questo tipo di
servizio si è pensato ad una realtà, una forma residenziale quasi a mo’ di casa
famiglia ma più orientata verso un centro diurno di attività formative gestito
ovviamente da operatori addetti.”
“Iniziativa
molto interessante, che ovviamente però richiederà fondi e finanziamenti del
caso. Ne disponete?”
“In realtà intercettando dei
flussi finanziari regionali abbiamo partecipato ad un progetto in cui la
Regione mette a disposizione proprio dei fondi per lo ‘startup’ di nuove case
famiglia e se riuscissimo a superare la fase delle selezioni diciamo,
porteremmo a casa questo sogno che abbiamo nel cassetto ormai da tanto tempo.
Chiaramente se così dovesse essere, quei fondi saranno un ottimo punto di
partenza ma di sicuro non basteranno al completo sostentamento del centro,
perciò sarà necessaria una compartecipazione dei ragazzi che ne faranno parte
che pagheranno una sorta di “retta”. Allo stesso tempo però, per dare qualità
all’intero servizio e dunque non gravare troppo sulle loro famiglie, vorremmo
poter fare affidamento anche su altre risorse come, appunto, il 5x1000 o altre
donazioni o i vari ricavati dei mercatini che periodicamente allestiamo per
vendere i prodotti realizzati a mano dai ragazzi.”
“Chiaro.
Per quanto riguarda invece l’incentivazione alla ricerca di un’ inclusione
sociale dei ragazzi che da sempre l’Anffas promuove?”
“Ah beh questo era, resta e
resterà sempre uno dei nostri obiettivi principali. Bisogna assolutamente
contrastare l’indice di povertà sempre maggiore che accomuna purtroppo le
famiglie aventi membri disabili. Come? Semplice, dobbiamo garantire opportunità
lavorative anche ai nostri ragazzi speciali intraprendendo una cosiddetta ‘terapia
occupazionale’. Nel loro caso si parla di ‘capacità residue’, ovvero naturali
propensioni e abilità che, come tutti, anche loro possiedono. C’è qualcuno di
loro a cui piace tagliare i capelli ad esempio, magari a seguito di adeguati
corsi formativi e un avviamento sul campo potrebbe fare anche il parrucchiere.
L’importante non è come, dove o quanto includerli nelle dinamiche lavorative e
sociali, l’importante è iniziare davvero ad includerli e basta. Il Fondo
Sociale Europeo promuove già questo tipo di ‘inclusione attiva’ dei soggetti
affetti da disabilità all’interno della società, ma anche i loro finanziamenti
si fermano ad un anno di durata e questo purtroppo ci limita molto.”
“Non è
sufficiente un anno?”
“Beh ovviamente no! Tanto per
cominciare in realtà disponiamo di dieci mesi, secondo poi una volta interrotta
la collaborazione, una volta terminato questo breve intermezzo lavorativo per i
ragazzi, questo piccolo assaggio di vita reale, che si fa? Li riportiamo nel
loro mondo di impossibilità sociale come se nulla fosse? Abbiamo recentemente
avuto collaborazioni con il pub-ristorante ‘Il Giardino del Ponte’ e con la
società ‘C.L.E.M. srl’ e i ragazzi ne sono stati a dir poco entusiasti, per
loro sono state esperienze esaltanti. Una volta finite però poi ci hanno
chiesto “E adesso?” ed è stato brutto sentirlo.”
“Perciò
ovviamente eventuali fondi verrebbero destinati anche a questo tipo di
attività. Ma in che altri modi potrebbero, ad esempio, le associazioni
sublacensi supportare l’Anffas al di là dell’apporto economico? Diciamo al
livello di ‘campagne di sensibilizzazione’ ?”
“Si, dunque, c’è quest’altro
impegno forte che l’Anffas qui a Subiaco, e ultimamente anche al di fuori, ha
sempre avuto: il riconoscimento dei diritti fondamentali dei disabili. La
sensibilizzazione a riguardo è per noi fondamentale ed è solo grazie a questo
assiduo impegno che siamo riusciti ad inserirci anche in situazioni e realtà davvero
bisognose di attenzioni come ad esempio quelle di Fiuggi e Olevano dove abbiamo
recentemente aperto dei centri diurni. Lì si può dire che abbiamo riscontrato
problematiche gravi sia per mancanza di fondi necessari ad attuare qualsiasi
tipo di iniziativa sia per mancanza di sensibilizzazione sull’importanza della
questione. In tutto ciò quello che ci sta più a cuore in assoluto è quindi fare rete. Abbiamo davvero bisogno di coinvolgere
tutti i cittadini e coordinare la comunità al fine di strutturala attorno ai
ragazzi per inglobarli anche nella quotidianità lavorativa e culturale.
Dobbiamo stringerci attorno a loro e per fare ciò tutte le associazioni di
Subiaco dovrebbero costituire una vera e propria rete di aiuti.”
“Una
rete di aiuti?”
“Ad esempio manifestazioni e
iniziative di qualsiasi tipo e associazione sono ottime occasioni per i ragazzi
dell’Anffas di partecipare in qualità di membri. Convegni, feste, processioni,
tornei di calcio, qualsiasi cosa. Una qualunque manifestazione cittadina in cui
ad esempio è richiesta la presenza di una banda musicale potrebbe essere
un’opportunità di inclusione per un ragazzo che sa suonare uno strumento
magari. Anche l’attività sportiva ad esempio per loro è molto importante ai
fini di un miglioramento delle capacità intellettive e relazionali. A tal
proposito abbiamo già collaborato con l’associazione sportiva ‘VIS Subiaco’ varie
volte, ma in generale vorremmo che diventassero un impegno e una collaborazione
continue con tutte le associazioni di Subiaco diciamo ecco.”
“Bene.
Tutto chiarissimo Fulvio, possiamo anche fermarci qui. Nel salutarti e
ringraziarti della disponibilità e del tempo concessoci rinnoviamo la
collaborazione di ‘FarePensiero’ e l’impegno nella realizzazione di attività
volte anche ai ragazzi dell’Anffas come, ad esempio, il progetto della ‘Casa
della Musica’ che grazie al Dottor Angelucci finalmente vede la luce. Con la
speranza di esservi stati di aiuto, a presto e buona giornata.”
Senza
aggiungere altro alle già esaustive parole di Fulvio, facciamo dunque rete intorno a questi ragazzi.
Doniamo loro il nostro 5x1000. Rendiamo la loro un’esistenza travagliata ma in
fin dei conti stupenda quanto quella di chiunque di noi.
Margherita Cignitti
FarePensiero - Laboratorio di Idee