Lettera a Margherita Coletta nell’anniversario della Strage
Subiaco, 12 novembre 2013
Gentilissima Signora Coletta,
ricorrono esattamante oggi i
dieci anni dalla Strage nella quale un manipolo di assassini strapparono alla
vita i nostri Soldati a Nassiriya, tra cui il Suo amato Giuseppe.
Le scrivo questa breve lettera
solo per trasmetterLe la mia personale vicinanza e quella dell’Associazione che
rappresento, in questo momento di ricordo doloroso.
Un dolore che però, come stò
imparando scorrendo le pagine del libro che Lei mi ha gentilmente donato (Nasiriyah, fonte di vita) può trasformarsi appunto in “fonte di vita” con l’aiuto
della Fede e della Carità.
Suo marito è spesso ricordato
come il “Brigadiere del bambini” e, leggendo la Sua storia e le Sue esperienze
di vita, me ne faccio sempre di più una ragione.
Sabato prossimo a
Subiaco, FarePensiero ricorderà il Sacrificio dei Carabinieri a Nassiriya con
una Commemorazione presso il Monumento a loro dedicato.
Abbiamo già avuto modo
di discuterne e, anche non potendoLa avere fra gli ospiti, farò personalmete
del mio meglio per onorare la memoria dei nostri Soldati e per introdurre e
divulgare il Suo libro, scritto con cura e passione insieme alla Dott.ssa Lucia
Bellaspiga.
Sarà mia premura
ribadire un concetto più volte ripetuto nelle pagine del libro, ossia che un
seme genera frutti solo nel momento che muore.
Lo stesso è accaduto
prima con Suo figlio Paolo e poi con Suo marito Giuseppe: il Centro per bambini
orfani, il refettorio, il dispensario e 5 pozzi per l’acqua potabile in Burkina
Faso sono lì a dimostrarlo in maniera tangibile.
Ma sono soprattutto le
vite di quei bambini napoletani, albanesi, iracheni, che l’opera di Giuseppe e
Sua hanno salvato e reso migliore, a testimoniare quanto bene si possa trarre da
una tragedia come la morte.
Nella speranza di
poter contribuire, come FarePensiero, alla causa dell’Associazione Coletta, La
saluto cordialmente, a nome di tutti i soci del think tank.
Felice Rapone
presidente FarePensiero