SOGNA, RAGAZZO SOGNA!




Il nostro viaggio alla scoperta di individui dalle interessanti prospettive stavolta passa per una certezza, quella di avere a che fare con un'Artista. Avete presente quando si ha l'impressione che l'oggetto che la persona porta con sé sia una sorta di estensione della persona stessa? Ecco!
Quando guardo Tommaso Pelliccia e soprattutto, quando lo ascolto suonare, credo proprio che di lui e della sua chitarra si possa parlare come di un tutt'uno.
Ci basta poco per organizzare un incontro ma da lì in poi sarà difficile che non si chiacchieri per almeno un'ora prima di venire al dunque, ma così è giusto e ci prendiamo tutto il tempo del mondo.
Io ho portato l'aperitivo, lui ha gelato e sigarette, niente di meglio per un pomeriggio da leoni accaldati.
Prima di iniziare Tommaso decide di sfoderare l'artiglieria, mostrandomi la sua collezione di chitarre,  una Martin D28, una Eko Mia D, una Eko Classica (d'annata e dannatamente bella) e una Fender Stratocaster.
"E poi l'ultima ma non te la dico sennò me vengono a rubà a casa!", furbone.

E' proprio ora di iniziare, prendo in mano il suo nuovo disco "Suono" dopo aver già maneggiato la mia copia che ora starà soffrendo il caldo in macchina, povera lei.
Tommy è pronto, si avvicina, accende la sigaretta e ci fa entrare nel suo mondo.

"Ciao a tutti, io sono Tommaso Pelliccia, sono un musicista della Val d'Aniene, la mia professione è proprio il musicista e mi occupo di tutto ciò che concerne la musica, scrittura e composizione, lezioni private, attività concertistica e altro".

Oggi ci troviamo qui per il tuo nuovo disco "Suono" ma in realtà Tommaso Pelliccia è nato un pezzetto alla volta, una passo alla volta. Raccontaci un pò la tua storia.

"Ho cominciato a suonare la chitarra all'età di dodici anni, ho fatto qualche mese di chitarra classica con un maestro e poi mi sono dedicato alla chitarra elettrica da autodidatta.
Ho studiato per conto mio fino all'età di diciotto anni, quando ho incontrato il mio primo maestro che è stato Simone Flamini. Dopo di lui ho avuto l'insegnante che mi ha cambiato più di tutti che è stato Mario Romano. E' con lui che ho iniziato a suonare la chitarra acustica e da lì è un pò cambiata la mia concezione dello strumento, in quanto fino a quel momento ero totalmente assorbito dalla chitarra elettrica. Mi è capitato poi di imbattermi e di conoscere un chitarrista australiano, tal Tommy Emmanuel, un artista che faceva da One Man Band quindi suonava da solo sul palco, è stato un fulmine a ciel sereno e tutta la mia vita è cambiata radicalmente. Da lui e da Mario ho preso tutte le informazioni per il mio futuro da chitarrista.
Dopo M.R. ho avuto la fortuna e l'onore di essere diventato allievo di Pino Forastiere che è uno dei più grandi chitarristi acustici internazionali; con lui ho iniziato un percorso di tre anni che si è concluso in questa prima fase con la stesura del mio primo disco da solista, che s'intitola appunto Suono."

Cosa racconta Suono?

"Suono nasce dall'esigenza di raccontare i miei primi passi sulla chitarra acustica, è un disco che racconta la mia storia e come ci sono arrivato a questo punto. E' un disco che parte dall'amore per la musica che mi ha trasmesso mio fratello Matteo, al quale è dedicato il primo brano The Rock, ed è poi tutto un evolversi ed una successione di eventi realmente accaduti nella mia vita, con tutte le cose che mi hanno segnato.
E' stata fondamentale la mia famiglia, è un disco pieno di speranza e allo stesso tempo di passione per la musica e per la vita.
E' un disco ottimista!"

Ci descrivi la storia dei tuoi pezzi e se c'è stato qualcosa che non ti aspettavi in questo percorso?

"Allora, un aspetto particolare è che questo disco poche settimane prima dell'incisione non era per nulla finito (si accende un'altra sigaretta, probabile l'ansia di quei giorni sia ancora lì a dar battaglia), molti dei brani che ascoltate erano già presenti ma ce n'era qualcuno che avevo inserito e che Pino non era d'accordo nel registrare in quanto non era convinto del risultato. L'esempio lampante di ciò che vi dico è proprio sull'ultimo brano, che è stato scritto due giorni prima della sua registrazione, andando a sostituire un altro pezzo bello e pronto.
I miei brani nascono spesso così, quasi per caso, a volte una suggestione, un ricordo e un'immagine generano un'emozione che riesco a buttare giù sulle corde, a volte invece non penso proprio a nulla e inizio a suonare. Il brano più veloce che ho scritto è stato Il canto della sera, che è un brano molto corto in realtà ma sono rimasto comunque molto sorpreso dalla velocità con cui l'ho scritto e non è per tutti i pezzi così, a volte ci vuole più tempo.
Non saprei definire il genere musicale che propongo, è un pò il risultato di tutte le esperienze, musicali e non, che ho collezionato fino ad oggi."

L'immagine in copertina è fantastica!

"Si la copertina in realtà l'ho affidata completamente a Giorgia Negro che l'ha curata davvero molto bene, ha fatto un grande lavoro. Se la osservate questa faccia un pò mi rappresenta, per chi mi conosce e ha presente anche la mia un pò mi assomiglia pure, ma la cosa bella è che ci sono tutti questi jack, questi cavi nei capelli che rappresentano un pò la connessione tra chi sta suonando e chi ascolta, ed è proprio questo il tema principale del mio disco.
Secondo me esiste una connessione intima tra chi ascolta e chi suona che è al pari della connessione che c'è quando sei tu che ami te stesso e sei in grado di amare qualcun altro."




Il Tommaso di oggi e quello di ieri. Cosa è cambiato?

"Beh innanzitutto dieci anni di meno, quando ho cominciato a suonare la chitarra ero molto giovane e non pensavo a cosa avrei fatto da grande, amavo suonare, lo facevo e basta.
Ero molto più ingenuo da questo punto di vista, e se mi guardo indietro credo che a un certo punto avrei potuto accorgermi con un pò di anticipo che avrei voluto fare questo come lavoro nella vita. In realtà ho comunque 25 anni quindi non sono vecchio, non mi preoccupo.
Il Tommaso di oggi è semplicemente più maturo e consapevole di quello che è, la grande ricchezza che ho acquisito è soprattutto la consapevolezza dei miei limiti e dei miei pregi."

In che fase del tuo tempo ci troviamo adesso?

"Eh, adesso è una fase molto delicata perché ho appena pubblicato il disco ed è importante fare bene e non sbagliare le mosse. In questo momento sto promuovendo l'album e sono in giro con lui cercando di fare più concerti possibile per cercare di attirare l'attenzione, anche se poi rimango un musicista a 360° gradi. Per il momento comunque mi sto occupando di chitarra acustica e sto curando più possibile questo aspetto."

Il mondo della chitarra acustica ha una sua dimensione che tu hai conosciuto bene attraverso lo studio e la passione. Puoi farci capire di cosa parliamo?

"Il mondo della chitarra acustica è un mondo molto difficile, perché fino a qualche tempo fa era un mondo molto di nicchia, adesso la chitarra acustica è diventata quello che la chitarra elettrica era negli anni '80. In quegli anni tutti volevano assomigliare a Steve Vai, oggi tutti vogliono suonare l'acustica e assomigliare a Andy McKee. E' un mondo un pò fine a sé stesso nel senso che molte delle persone che partecipano ad eventi e che sono interessati alla tua musica spesso sono i tuoi stessi colleghi o comunque quelle persone che hanno un pò la fissazione per la chitarra più che per la musica.
E' quindi un mondo dal quale io vorrei isolarmi, la chitarra è semplicemente uno strumento per la mia musica, penso che avrei comunque scritto musica anche se non avessi suonato la chitarra, lo avrei fatto in un altro modo.
Vorrei che la mia musica arrivasse a più persone possibili e più possibile lontane dal mondo della chitarra acustica che, molto spesso, è troppo autocelebrativo."

Dacci un motivo per acquistare il tuo disco.

"Lo consiglio perché è un buon disco di musica, non dura neanche moltissimo, circa 30 minuti.
Non è un disco di sola chitarra acustica, al suo interno ci sono anche altri strumenti interessanti come il Flauto Traverso suonato da Mariasole La Torre e il Bouzouki Greco suonato da me.
Lo consiglio perché è un disco dove si può avere la possibilità, se lo si ascolta attentamente, di liberarsi dei propri pensieri e dei propri cliché per avvicinarsi una dimensione più solitaria, più spirituale.
Direi che il mio disco è ottimo per un viaggio ma anche per essere ascoltato e basta. Non è per niente ottimo per essere ascoltato in maniera superficiale perché non lo si capirebbe."

Quali sono i tuoi progetti futuri?

"Oltre alla promozione del mio Album, e quindi suonare in ogni dove, in cantiere c'è anche il ritorno alla chitarra elettrica con un progetto del quale per ora non posso parlare molto ma che coinvolge direttamente mio fratello Matteo che sta sperimentando cose sue.
Al momento sono impegnato anche come chitarrista elettrico nella Band Reggae Madalan e ci sono in ballo ancora progetti interessanti che potrebbero tornare molto presto alla ribalta.
E poi onestamente non so proprio quello che succederà."

Hai qualche data o eventi che potremmo segnarci per poterti seguire?

"Il prossimo evento è il 9 Agosto al Subiaco Rock&Blues Festival, successivamente mi troverò il 26 Agosto a Roviano al Burning Hill Festival, e poi l'evento più importante di queste mie date sarà il 2 Settembre a Omegna sul lago d'Orta all'interno del Festival di Chitarre Internazionale Un Paese a sei corde."

Dai dicci qualcosa che non ci hai ancora detto di te.

"Per sapere ancora qualcosa di me dovete ascoltare il mio disco, lì c'è tutto me stesso e tutto quello che voglio dire al mondo."


Tommaso Pelliccia
                                       
Ora sappiamo qualcosa in più del nostro ragazzo della Val d'Aniene. Sappiamo chi è e cosa vuol fare, sappiamo che ha scritto un album e ci ha messo la faccia (in tutti i sensi) e allora non ci resta che andarlo ad ascoltare dal vivo nei suoi prossimo eventi.
Manca giusto qualche giorno, magari ci mostrerà quella chitarra che ha voluto tenere nascosta, o magari ce la mostrerà il ladro una volta passato a casa sua...



Augusto Checchi






FAREPENSIERO - LABORATORIO DI IDEE

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